Non poteva esistere luogo più adatto di un Laboratorio Sociale per parlare tra la gente di transizione verso un mondo senza petrolio. Di nuovo a Roma, al Laboratorio Sociale 100 celle, il Transition Tour per seminare gruppi locali di transizione. L’incontro si è svolto domenica mattina in contemporanea con il bio-mercato domenicale. Durante l’incontro abbiamo iniziato a programmare corsi di approfondimento sulle Transition Town, il famoso Transition Training tenuto dai facilitatori di Transition Italia, un corso di Permacultura Urbana e uno di Decrescita energetica.
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Ritorna la Transizione a Roma
14 marzo 2016Luca giorno 1 a #COP21
8 dicembre 2015Giorno uno a #COP21
Luca LOMBROSO da Parigi il 7 dicembre 2015
Buongiorno a tutt*
Condivido qui le impressioni del primo giorno partecipazione a questa avvincente e cruciale COP21.
Nei limiti del possibile vi aggiornerò anche nei prossimi giorni, seguite il post in http://www.lombroso.org per la mia “rassegna” di post e interviste.
Come sempre entrare in una COP é “entrare nel mondo”, a contatto con 195 paesi; stavolta qua a Parigi è veramente una COP enorme, organizzatissima ma anche inevitabilmente dispersiva, si cammina tanto fra le varie aree (e che ancora non sono andato a Climate generation) fondamentali scarpe comode, ma delicate, anche per non pestare troppo il nostro pianeta già maltrattato.
Appena entrati a questi grandi vertici sul clima, quel che viene da chiedersi é: ma chi sono tutte queste persone ? Che fanno e perché sono qui? sono veramente tutti venuti salvare il pianeta?
Si ci sono attivisti del clima e ambientalisti di varie associazioni,popoli indigeni, i giovani, organizzazioni scientifiche, ecc, ma sono veramente tante le ONG accreditate fra gli “obsèrver”, oltre 1100 ONG secondo l’elenco dei partecipanti dell’UNFCCC, incredibile che ci si frammenti in 1106 associazioni se l’obiettivo, contenere il global warming entro i famigerati 2 gradi, è comune!
A queste si aggiungono le delegazioni governative e ministeriali dei 195 Stati più Unione Europea e due Stati osservatori (Santa Sede e Palestina), e i giornalisti, per un totale di 36276 persone accreditate.
Palesa dunque agli occhi il famigerato effetto valigetta: quanti di questi sono qui veramente per salvare il mondo? E quanti semplicemente perché è il loro lavoro, per promuovere il loro prodotto come “salva mondo”, la loro causa o interesse personale o corporativa, ecc?
Manca a mio avviso personale la famigerata vision sistemica transizionista, e so già che il tema picco del petrolio é completamente assente dai negoziati. Due buoni motivi però per cercare di portarli, anche dentro il “recinto” della conferenza ONU.
Prendiamo per buono che, sia pure con sfaccettature non sempre transizionista, il termine resilienza è ormai presente in molti side event,conferenze e altro e anche in interventi ad alto livello.
Ma veniamo alla prima giornata, si inizia al solito con le pratiche burocratiche,dopo i controlli di sicurezza, gli stessi aeroportuali, giustamente attenti e approfonditi, tutto fila liscio, ma ho sempre a mente la disorganizzazione e le code di Copenaghen.
Per prima cosa inizio con una presa di confidenza degli spazi, logistica, sale side event, che hanno profumati croissant e ricchi buffet, attenti però all’ambiente, prevalgono ncibo bio il più possibile locale, anche vegetariano e vegano.
L’esposizione è veramente ricca di stand e cose interessanti, ma ci dedicherò poi tempo e raccolta di materiale con calma.
Poi è la volta del primo side event, segnalatomi da FOCSIV, un side organizzato da Caritas internazionale “Deal with it! People, Rights, Justice”, l’accordo con noi, gente, diritti, giustizia. Relatori Rt. Hon Nicola Sturgeon MSP, First Minister of Scotland, Julianne Hickey, Caritas Aotearoa New Zealand, Ivo Poletto, REPAM (Pan-Amazonian Ecclesial Network), Asad Rehman, Friends of the Earth International, moderatore Nick Clark, Senior Environment Correspondent, Al Jazeera
Si parlato di come l’accordo, che dovrà essere forte e politicamente vincolante, debba tenere conto dei diritti umani, il che, incredibile, pare che non sia cosa scontata.
Julianne Hickey parla degli impatti in Oceania, in particolare cicloni tropicali e aumento del livello del mare, per queste zone i cambiamenti climatici non sono una questione economica ma di sopravvivenza!ecco perché gli stati insulari chiedono di riconoscere come target di massimo riscaldamento planetario non 2ºC bensì 1.5ºC.
Particolarmente appassionato l’intervento di Ivo Poletto, REPAM (Pan-Amazonian Ecclesial Network) che parla di bioma dell’Amazonia e cambiamenti climatici, e ricorda la grave siccità in Brasile e a San Paulo. Molto critici i suoi interventi sulla falsa soluzione di mitigazione dei biocarburanti e le grandi dighe idroelettriche spacciate come energia pulita. Racconta come una sola diga inonderà 729 km2 con una parete alta come un edificio di 18 piani,affetterà la vita di oltre 20000 indigeni minacciando il loro stile di vita tradizionale il governo procede senza coinvolgerli e senza consultarli.
L’accordo, dice, dovrà avere un quadro internazionale che garantisca la biodiversità e la vita dei popoli indigeni in Brasile e i fondi di finanza climatica devono appoggiare e garantire i popoli indigeni recuperando foreste e garantendo il bioma dell’Amazonia, senza false soluzioni come biocarburanti e grandi dighe.
Nicola Sturgeon MSP, First Minister of Scotland si esprime per un accordo forte e politicamente vincolante e dice che la Scozia ha istituito un fondo per la giustizia climatica.
Tutte cose, mio commento, sacrosante e che dovrebbero essere scontate, sostanzialmente le stesse che si dicevano a Copenaghen nel 2009, speriamo dunque sia la volta buona!
Ma se è la volta buona ce lo dovrebbe dire il “GAP report”, side event che presenta lo studio dell’UNEP agenzia ambiente delle nazioni unite che valuta le emissioni passate e future in relazione al target di contenere il global warming entro i due gradi al 2100 e rispetto all’era preindustriale. Il report di quest’anno, la novità, tiene conto degli INDC, gli intenti o meglio promesse, dato che sono volontari, di riduzione delle emissioni presentate da oltre 140 nazioni pari al quasi il 90% delle emissioni.
Emerge così che 12 GtCO2 al 2030 (robetta insomma, 12 miliardi di tonnellate di anidride carbonica!) al percorso per la decarbonizzazione che peraltro ci darebbe solo il 60% di probabilità di evitare i famigerati due gradi. Si accenna anche agli 1.5ºC, perché per molti stati i 2ºC non sono sufficienti a evitare impatti devastanti!
I relatori, fra cui il segretario UNEP Achim Steiner, appaiono però ottimisti per il fatto che qui per la prima volta si vedono impegni da tutti, ma qui la stanchezza e il mio inglese arrugginito dall’uso del francese, dello spagnolo (e dal dialetto modenese) prende il sopravvento insieme alla fame, mitigata dal buffet ecosostenibile, quasi transizionista con le stoviglie di porcellana e acciaio lavabili.
Dopo una pausa caffè e qualche chiacchiera vado a vedere la sala della plenaria, dove si svolge la sessione alto livello in cui parlano i ministri. il ministro dell’ambiente italiano Galletti, che era sul mio stesso volo, parlerà martedì mattina, fra i primi, verso le 10-10:39 direi.
La sala plenaria Seinne, la principale, é veramente enorme, 2000 posti, e bella,entro mentre parla Excellency Mr. Yeshey Dorji, Minister of Agriculture and Forests and Vice Chair of National Environment Commission of Bhutan
Il piccolo stato tibetano è l’unico che ha presentato un INDC giudicato “adeguato” da Carbon Tracker per il target dei due gradi, il Ministro dell’agricoltura del Bhutan dice che hanno adottato come parametro di sviluppo la felicità interna anziché il PIL e che si esprimono per un accordo forte e politicamente vincolante
Alle 16:45 passo al side event Driving climate action through the Compact of States and Regions and the Under2MoU. Organizzato da Climate groupe, a cui a cui aderisce anche la Fondazione Lombardia per l’ambiente che gentilmente mi ospita in delegazione in collaborazione con l’osservatorio geofisico del Dief UNIMORE.
UNDER2MOU, a cui hanno aderito Lombardia ed Emilia Romagna, è un accordo che coinvolge molte regioni che si impegnano, volontariamente, alla decarbonizzazione è cruciale per l’obiettivo due gradi. Rientra quindi nella c.d. “Agenda delle soluzioni”, le azioni sub nazionali a cui molto si fa affidamento per colmare il famigerato GAP nelle emissioni.
Intervengono vari premier e governatori di grandi regioni industrializzate, fra cui stato di Washington, Catalonia, paesi Baschi e Jabisco (Messico). anche qui parla Nicole Sturgeon, primo ministro Scozia, che ribadisce che è per un accordo forte e vincolante.
Edward Senzo Mchuno, premier Kwazulu Natal (Sudafrica) ricorda però che bisogna ancora dare elettricità a 300 milioni africani e va fatto con energia pulita,ma per far questo servono aiuti economici e tecnologia.
Per chiudere la serata, incontro nel suo hotel l’amico meteorologo cubano JOSE Rubiera, una chiacchierata del più e del meno, poi breve passeggiata digestiva e rientro in hotel a riposare in vista di domani che si preannuncia nuovamente una giornata full, impegnativa e interessante.
Ah i negoziati? Quel che conta si svolge a porte chiuse, difficile fare previsioni, ma già ci si aspetta che proseguano oltre i tempi regolamentari, oltre venerdì e fino a sabato o addirittura domenica.
Luca Lombroso
Osservatorio geofisico Dief UNIMORE
Obsèrver in delegazione FLA Fondazione Lombardia per l’ambiente
Ps: Le opinioni qui espresse sono, naturalmente, a titolo personale; scusate eventuali refusi dovuti alla tastiera tablet e alla stanchezza!
Transition Fest 2015, sulla strada del ritorno (per i Castelli Romani e altrove)!
5 ottobre 2015Difficile andare via da PantaRei domenica pomeriggio,
mi sembrava che mancava ancora qualcosa, ma qualunque cosa fosse ci sarà la terza Transition Fest!!!!
Con l’idea di rimanere in contatto e fare un promemoria di alcune cose non pienamente compiute ma da fare sicuramente vi invio questa email dai Castelli Romani.
Intanto alcuni appuntamenti in transizione nati e cresciuti durante le TFfest.
Theatre for Transition Learning Village – Last Call
28 giugno 2015Ultima chiamata! ancora pochissimi giorni (3) per iscriversi!
Theatre for Transition (TFT) è una rete di persone e di organizzazioni di tutto il mondo, interessati al ruolo che il teatro partecipativo può svolgere nella transizione verso modelli resilienti del vivere insieme su questo pianeta, in equilibrio con la terra e con i suoi abitanti.
Il Theatre for Transition Learning Village è il primo raduno fisico di TFT. Un evento co-creato da oltre 40 praticanti provenienti da tutto il mondo al fine di collegare le iniziative di transizione e le reti esistenti per il cambiamento e di consentire loro nuovi modi per emergere. Una settimana di scambio di conoscenze e strumenti, per lavorare e riflettere insieme, ispirandoci l’un l’altro in un modo giocoso per aprire un profondo dialogo sulla crisi che le nostre società stanno vivendo e la funzione del teatro e delle arti nella direzione di sistemi alternativi, nuove culture…
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!!! ATTENZIONE – BLOG TRASFERITO !!!
6 Maggio 2015Siamo spostando il blog sulla nuova piattaforma all’indirizzo http://www.transitionitalia.it, quindi non postate più su questo sistema, gli account dei redattori sono validi sull’altro (speriamo… sennò sistemiamo). A breve non sarà più possibile vedere il blog qui, ma solo al nuovo indirizzo… i link agli articoli di questo blog dovrebbero però rimanere validi (anche qui speriamo…). I webmaster e gli autori di altri blog diano una controllata se serve.
6 innovazioni della Transizione Interiore che hanno cambiato la mia vita. traduzione di SVF
23 aprile 2015Rob Hopkins’s blog – pubblicato il 21 Aprile 2015, originale https://www.transitionnetwork.org/blogs/rob-hopkins/2015-04/6-inner-transition-innovations-changed-my-life Quando viaggio per incontrare gruppi in Transizione in luoghi differenti, le due cose che questi gruppi desiderano maggiormente conoscere tendenzialmente sono la REconomy e la Transizione Interiore. Mentre la REconomy sarà il soggetto del nostro prossimo argomento di discussione, questa settimana celebreremo la Transizione Interiore, e il varo della serie di nuovi films di Sophy Bank su questo soggetto. Ecco il mio contributo, la celebrazione dei 6 modi in cui la Transizione Interiore ha trasformato la mia esperienza nel tentare di fare sì che il cambiamento accada. Non è da molto nel corso dell’evoluzione della Transizione di Totnes, 2006, che Hilary Prentice e Sophy Banks vennero a trovarmi a casa per discutere dei semi di ciò che sarebbe poi stato conosciuto come Transizione Interiore, o “il Cuore e l’Anima della Transizione”. Ricordo poco dell’ora che passammo nella mia sala da pranzo, ma di certo ricordo che qualcosa risuonava istintivamente giusto. Il loro ragionamento era che ogni successo in un processo di Transizione, avesse bisogno tanto della vita interiore delle persone e dei gruppi che lo facevano accadere (con attenzione alla salute del gruppo, dinamiche e resilienza), quanto dei pannelli solari, carote e Piani di Decrescita Energetica. E aveva davvero senso. E continua ad averne tantissimo oggi: perciò così tante persone vogliono saperne di più a proposito. Nove anni fa, il concetto di Transizione Interiore correva all’interno della Transizione come un filo d’oro ( sebbene più in certi posti che in altri ). La Transizione è sempre stata sulle spalle di tanti grandi movimenti che l’hanno preceduta, e ha provato ad imparare, dove possibile, dalla loro esperienza. Esaurimento (burnout) e conflitto sono stati a lungo il tallone di Achille dell’attivismo dal basso. Per esempio, tra gli attivisti dediti alle manifestazioni di strada so che il burnout, spesso sottoforma di profondo cinismo e rassegnazione, era largamente diffuso. Progetto dopo progetto, che si trattasse di permacultura, attivismo comunitario di vario genere, od ogni sorta di ambiziosi sforzi per cambiare il mondo, collassava sotto il peso del conflitto e della povertà di comunicazione, schiacciato inevitabilmente dal peso collettivo dei tanti “elefanti senza nome” presenti nella stanza. La Transizione sentì che era troppo importante per non sforzarsi di imparare da tutto questo. Quindi ecco qui la mia selezione dei 6 outputs estratti dal lavoro sulla Transizione Interiore di Sophy , Hilary e altri da cui ho beneficiato, o che hanno trasformato la mia esperienza del fare Transizione: (more…)
2° Permatransition a Monteveglio
23 aprile 2015Il corso Permatransition si è concluso anche quest’anno, il secondo, diplomando persone entusiaste che hanno aperto la loro mente e il loro sentire ad un approccio nuovo alla permacultura.
Grande spazio è stato dato all’esplorazione di principi etici e di progettazione, al loro utilizzo nel lavoro collaborativo e all’utilizzo di tecniche di consapevolezza individuale e di gruppo, per entrare in relazione con la rete che è alla base della vita stessa, sia nell’ambito delle comunità umane che nell’ambiente naturale.
Nello svolgersi dell’esperienza, è emersa la necessità di creare un luogo che possa accogliere le persone in un percorso di approfondimento di singole tematiche e di esperienza di lavoro pratico.
Per questo, nell’attesa del prossimo corso, stiamo organizzando con i neodiplomati incontri di sul campo, che saranno comunque aperti anche a coloro che desiderano accostarsi per la prima volta al mondo della permacultura.
Buona vita a tutti!
Davide e Alessandra
Corso di Introduzione alla Facilitazione a Furci Siculo (ME) 16-17 Maggio 2015
21 aprile 2015Corso di introduzione alla facilitazione in Sicilia!
Il 16 e 17 Maggio a Furci Siculo (ME) Aula Permanete di Ecologia auto promuove un mini-corso sulla facilitazione e il lavoro di gruppo… il corso è aperto a tutti, pratico ed esperienziale, e mira a condividere competenze e tecniche di base per migliorare il lavoro dei propri gruppi a partire da subito.
METODOLOGIA DIDATTICA
Il corso presenta un taglio pratico, tipo laboratorio formativo, in cui si impara facendo.
Durante i due giorni capiremo cosa vuol dire facilitare, come eliminare lo speco di tempo nelle riunioni, come si forma un gruppo,favorire la partecipazione di tutti, raggiungere decisioni condivise, metodi decisionali, consenso e… celebrazione!
DOVE?
Il corso è organizzato da APE, Aula Permanente di Ecologia e sarà ospitato presso il BeB La Zagara a Furci Siculo (ME) in via Manzoni 5. Su richiesta è possibile anche pernottare al BeB. Per magiori informazioni sul BeB visita https://lazagarabeb.wordpress.com/
E’ prevista una quota per la…
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RiEconomy Talk a Sovico (Monza): come è andata?
18 aprile 2015Domenica scorsa sono stato invitato dai transizionisti brianzoli a parlare di RiEconomy.
L’idea era quella di fare una presentazione che potesse coinvolgere sia i transizionisti rodati sia nuovi amici e curiosi, che andasse più a fondo sui temi dell’economia e del progetto RiEconomy – che spesso nei transition talk non riescono ad avere il tempo che meritano – senza tralasciare le informazioni base – ovvero i nostri inseparabili amici: picco del petrolio, cambiamenti climatici, resilienza, e via dicendo.
Abbiamo provato così a ripercorrere la nostra storia dal punto di vista energetico, dai tempi dei cacciatori-raccoglitori fino agli odierni smartphone. Abbiamo visto come tutto ciò che ci circonda dipenda dal surplus energetico dei combustibili fossili, che per molti anni ci hanno dato tantissima energia a basso costo, ma che oggi lo fanno sempre con maggior fatica.
Tante informazioni su questi temi li potete trovare qui:
http://www.tullettprebon.com/strategyinsights/
Poi siamo passati al sistema finanziario, alla creazione della moneta nell’economia moderna e di tutti gli effetti che questo comporta. Devo confessare che qui le cose diventano ‘strane’. Ogni economista ha la sua teoria, ma sotto sotto nessuno sa veramente come funzioni questo magico sistema. Diventa allora molto difficile fornire informazioni oggettive come si può fare per la realtà termodinamica. La cosa bella, però, è stato parlare finalmente di questi temi senza quel velo di mistero e complotto che spesso li accompagnano. Nessuna entità segreta o piani di schiavitù mondiale delle masse. Solo un sistema complesso in piena sofferenza, condito di comportamenti emergenti autolesionisti e irresponsabili e di visioni a breve termine.
Per chi vuole maggiori informazioni sulla creazione della moneta, le più ufficiali e aggiornate che ho trovato finora sono quelle della Banca d’Inghilterra, le trovate qui:
Fai clic per accedere a qb14q1prereleasemoneyintro.pdf
Poi abbiamo provato un gioco pericoloso (addirittura più pericoloso di quello di Cristiano Bottone!!) per capire per quale motivo continuiamo a crearci tanti problemi come individui e società e come potremmo trovare un modo per evitarli.
Non vi posso dare ulteriori dettagli, solo che c’è stata una grande sfida di pollici-wrestling e che ne sono tutti usciti illesi, per fortuna!!
Finita questa prima parte, ci siamo finalmente concentrati sulle opportunità che abbiamo adesso davanti a noi: rilocalizzazione economica, nuove forme di impresa, nuove forme di moneta, di scambi e di relazioni. Abbiamo visto di cosa tratta il REconomy project in UK e di quello che sta nascendo qui in Italia.
È stato divertente anche rileggere i principi di permacultura guardando al nostro territorio comunale (ma perché no? potrebbe essere anche quello provinciale, regionale o nazionale). Perché non facciamo un’analisi funzionale della nostra economia? Come possiamo gestire i rifiuti di un’attività e trasformarli in risorse per un’altra? Quali bisogni vogliamo che vengano soddisfatti e quali non lo sono, oggi? Come cominciamo questo cambiamento con tanti piccoli e lenti passettini..? Come possiamo includere veramente tutti in questo processo?
Alla fine, come ad ogni incontro di transizione che si rispetti, c’era ad aspettarci un tavolo imbandito pieno di leccornie da degustare, attorno al quale si è svolto un piccolo world cafe improvvisato su tutte queste domande.
Non potrò mai ringraziare abbastanza Martina, Dario e l’associazione L’ORTERIA (https://www.facebook.com/lorteria?fref=ts) per avermi ospitato e per aver organizzato l’evento, per la bellissima location che è lo studio artistico di Dario, per tutto il buon vino, le torte salate e la bellissima serata passata in compagnia per le strade di Seregno.
La sensazione è che ci sia sempre più carne al fuoco nel mondo della transizione italiana, vediamo cosa succederà nei prossimi mesi..!